L'abbazia di San Michele della Chiusa è il monumento simbolo del Piemonte e domina dalla cima del Monte Pirchiriano l’ingresso nella Valle di Susa.
Venne fondata tra il 983 e il 987 ed è stata una delle più celebri abbazie benedettine dell'Italia settentrionale ed è tra i più grandi complessi architettonici di epoca romanica in Europa, posta lungo il cammino micaelico che da Mont St. Michel porta a S. Michele del Gargano.
La sua imponente costruzione, iniziata attorno ad una chiesetta tricora dedicata all'arcangelo Michele, venne edificata tra l'XI e il XIV secolo. Soggetta ad una progressiva decadenza, nel 1622 vide la soppressione della vita monastica tra le sue mura. L'abbazia, adibita anche a fortilizio, fu danneggiata nel 1691 dalle truppe francesi del Maresciallo Catinat.
Solo nel 1836 l'antico monastero riprese le proprie funzioni religiose, con l'arrivo della comunità dei padri Rosminiani che ancora la occupano e custodiscono.
L'abbazia di Novalesa venne fondata nel 726 dal patrizio merovingio Abbone, che la dotò di ricchissimi possedimenti. A causa della sua posizione strategica, Carlo Magno ne fece un avamposto privilegiato per l'avanzata dei Franchi verso l'Italia e ne accrebbe ulteriormente i possedimenti.
Proprio nell'epoca carolingia il monastero visse il periodo di maggior splendore, divenendo uno dei fari della diffusione della cultura europea.
Abbandonata tra il 906 e il 926 a causa delle scorrerie saracene, fu ricostruita a partire dal XII secolo da un gruppo di monaci provenienti dall'abbazia di Breme, fondata dalla comunità novalicense dopo la fuga dalla casa madre.
Nel 1646 ai pochi monaci Benedettini rimasti, subentrarono i Cistercensi riformati di San Bernardo che ressero l'abbazia fino alla sua soppressione, decretata nel 1798 dal governo rivoluzionario francese. Nel 1818 vi rientrarono i Benedettini, che scesero dall'Ospizio del Moncenisio, ma la loro presenza fu breve in quanto l'abbazia fu nuovamente soppressa a seguito delle leggi sabaude del 1855.
La Precettoria di S. Antonio di Ranverso si trova a ridosso della collina morenica tra la Valle di Susa e la Val Sangone. Il complesso ospedaliero sorse a partire dal 1188 per volere dei canonici dell’ordine di S. Antonio
di Vienne, i quali si dedicarono all’assistenza dei pellegrini sulla Via Francigena e alla cura dei malati di herpes zoster (fuoco di S. Antonio).
L’ente godette nei secoli della protezione dei Savoia e, alla soppressione dell’ordine ospedaliero antoniano - inglobato in quello di Malta nel 1775 - passò all’Ordine Mauriziano, cui ancora oggi appartiene.
L’attuale assetto è frutto di continui ampliamenti e modifiche nei secoli.
La chiesa, terminata già a inizio del Duecento, fu rimaneggiata nel XV secolo con l’aggiunta di due navate laterali. Alla fine del medesimo secolo l’edificio, così come l’Ospedaletto, venne dotato di una facciata a ghimberghe e coronamento con pinnacoli in cotto per volere del priore commendatario Jean de Montchenu II.
Il campanile gotico risale al XIV secolo. Tra gli elementi artistici di pregio, all’esterno si segnalano, oltre alle già citate ghimberghe in cotto, le chiavi di volta, i capitelli e le mensole variamente figurate presenti nel pronao. L’interno della chiesa fu affrescato con una prima campagna decorativa intorno al 1395 quando furono realizzate le scene della cappella della Maddalena.
Intorno al 1200 i Certosini si trasferirono dalla certosa di Madonna della Losa presso Gravere a Montebenedetto, dove rimasero fino alla fine del XV secolo, quando a causa di una disastrosa alluvione, dovettero trasferirsi più a valle, presso la Grangia di Banda, la quale venne trasformata in monastero.
Quest'ultima fu successivamente abbandonata a sua volta, a seguito del trasferimento della comunità dapprima ad Avigliana e poi a Collegno, avvenuta alla metà del Seicento.
La Certosa di Monte Benedetto, situata a 1160 m di altitudine, è l'unico esempio rimasto in Europa di "Certosa Primitiva", che conserva ancora la struttura di un monastero basso medievale. La chiesa della certosa ospita una mostra permanente che illustra il mondo certosino e la storia del complesso di Montebenedetto, mentre nelle immediate circostanze è stato realizzato un sentiero "autoguidato" con la descrizione dei vari edifici che facevano parte del monastero e dei quali, come già evidenziato, non rimangono che poche tracce.
Il percorso comprende anche i resti della correria, la casa bassa, situata a circa trecento metri di distanza dal monastero e destinata alla residenza dei conversi.
La chiesa abbaziale di San Giusto di Susa, attuale cattedrale, venne consacrata il 18 ottobre 1027. Il 9 luglio 1029, Alrico, Vescovo di Asti, suo fratello Olderico Manfredi, marchese di Torino e la contessa Berta moglie di Manfredi, sottoscrissero l'atto di fondazione del monastero benedettino ad essa annesso.
L'edificio subì nel 1321 il rifacimento gotico dell'area absidale, mentre risalgono alla metà del Quattrocento i pinnacoli e le decorazioni in cotto del campanile.
Nel 1581 i monaci benedettini vennero sostituiti dai Canonici Regolari Agostiniani Lateranensi e due secoli più tardi, il 3 agosto 1772, papa Clemente XIV decretò l'erezione della Diocesi di Susa, di cui San Giusto divenne Cattedrale.
L'edificio conserva numerose tracce delle decorazioni ad affresco che si sono succedute nel tempo: all'esterno, sulla fiancata meridionale, sono visibili un interessante fregio romanico a monocromo e la lunetta con la crocifissione, risalenti al 1130 circa; sulla medesima facciata sono presenti anche altri affreschi, risalenti al XV secolo, tra cui un arcone decorato con raffigurazioni di profeti.
La collina di Rivoli, quasi certamente sin dal periodo romano, grazie alla sua posizione strategica lungo la Strada delle Gallie, è stata interessata da insediamenti abitativi.
Di un edificio fortificato, il “Castrum Riuollum”, però, se ne parla solo nel 1159 mentre la prima illustrazione è datata 1609 e mostra un torrione centrale attorniato da edifici di varia dimensione con, lungo le pendici della collina il giardino che ingentilisce l’aspetto militare del complesso.
Proprietà dei Vescovi di Torino, il Castello entra a far parte dei domini sabaudi nel 1247, e seguirà le sorti della dinastia sino al 1883, quando verrà venduto alla Città di Rivoli.
Nel 1350 viene scelto come cornice del matrimonio di Bianca di Savoia e di Galeazzo Visconti.
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Avigliana, “Città medievale dal cuore verde” con i suoi dueLaghi, autentiche oasi naturalistiche, ha nel suo centro storico - sede nelMedioevo della corte itinerante dei Savoia - arroccato ai piedi dei resti delCastello del Conte Rosso del X secolo uno dei borghi medievali meglioconservati del Piemonte. Entrarvi equivale a un viaggio indietro nel tempo,alla scoperta dei suoi sontuosi palazzi, delle sue bellissime chiese, dellafamosa Torre dell’Orologio e delle sue porte d’accesso.
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